LA "PACIFICAZIONE"

    A me sembra che per intendere tutto il giuoco delle azioni e delle reazioni che si inscenano intorno a concetti, che, come la "pacificazione", colpiscono così vivamente la fantasia ed il sentimento del popolo; occorre non perdere di vista che il fascismo è una faccia della rivoluzione in atto, l'aspetto reattivo della rivoluzione stessa, contro di cui da una parte si schierano le forze di quella che si potrebbe chiamare, con uno scorcio verbale assai comprensivo, la conservazione intelligente, e dall'altra parte si schierano le forze della rivoluzione integrale.

    E' naturale, quindi, che il fascismo, seguendo fin dall'inizio il genio rivoluzionario del suo capo, si sia data l'attrezzatura prettamente bolscevica dello Stato-partito e di una milizia di parte.

    Queste due armi (lo Stato-partito e la milizia) indubbiamente rivoluzionarie, permettono la continuazione dell'esperimento di governo mussoliniano, anche contro il volere di taluni ceti dirigenti che amerebbero oggi ripiegare su posizioni retrostanti.

    Ma se il fascismo è stato, come ho detto in pubblicazioni ufficiali, la rivoluzione realizzata per altra via, se cioè il partito dominante si compone di una formazione di governo imponente che va dagli interessi plutocratici e cleptocratici alle corporazioni sindacali, passando attraverso tutte le sfumature della media e della piccola borghesia, e tale formazione mantiene immune, quanto più è possibile, dagli attacchi avversari, con provvedimenti di eccezione, come lo Stato-partito e la milizia, è vana, ed è storicamente assurdo chiedere che il fascismo rinunzi al suo compito rivoluzionario per riportare la Nazione verso le scavalcate posizioni dello Stato precapitalista preliberete, preparlamentare etc.





    Esso per soddisfare interamente il suo imperativo categorico deve, invece, portare il paese verso posizioni nuove, verso la realizzazione cioè di un regime, in cui la libertà non sia una concessione ma una conquista, ed una discussione, come quella che ci occupa, non sia assolutamente possibile.

    Ecco, dunque, che la pacificazione si palesa oggi assurda, perché il compito rivoluzionario del fascismo, lungi dall'essere espletato, è appena iniziato. Di fatti continua tuttora il compito di distruzione del vecchio regime e la possibilità di profonde innovazioni istituzionali sempre più si avvicina.

    Basta infatti che il fascismo continui ancora nel suo aspetto attuale di reazione integrale; e maturerà per questa via una crisi così vasta, che ci porterà verso nuovi urti e nuove complicazioni.

    Ma quello di cui è urgente convincersi è che il fascismo corrisponde ad una faccia della rivoluzione italiana che non potrà durare a lungo, ma che certamente non potrà precipitare verso un ristabilimento dello statu quo ante puro e semplice.

    In tal caso, e cioè se Mussolini credesse giunta l'ora di rassegnarsi a fare il semplice addomesticatore di bestie parlamentari, il compito rivoluzionario del fascismo sarebbe immediatamente riscattato da altri partiti per essere portato a più completa realizzazione.

    Così appare evidente che la pacificazione è oggi dialetticamente impossibile appunto perché di fronte al fascismo, deciso a mantenere ancora a lungo l'iniziativa della rivoluzione, vi sono altri partiti che tale iniziativa rivendicano per sé.

GUIDO DORSO