CASAGRARIA

    E' tutto un fiorire di "pensieri della terra" secondo vuole Primavera, una fioritura metaforica di cure sollecite per l'Agricoltura onde, dopo il fiore, maturi il vero frutto. E' un fervore di premure a favore della massima Industria nazionale: sarà la volta buona? Il riordinamento delle scuole per essa riuscirà o si ripeterà il quadro della signora che si affaccia alla cucina e investe la cuoca: che c'è stato a causare tanto disordine? Suppellettili a mezzo, untume un po' dappertutto… E la cuoca serena: nulla, madama, le signorine provarono a cuocere una patata come insegnarono loro alla Scuola di cucina.

    Anni sono un amico desideroso di favorire lo sviluppo agricolo chiese all'Istituto agricolo cittadino un diplomato cui affidare la cultura d'un poderetto in collina, un paio d'ettari. Il giovane agronomo studiò la posizione e propose: assunzione d'un esperto viticultore, d'un manovale e molte provviste d’attrezzi, innesti, eccetera; preventivo del costo triplo del reddito possibile realizzando le previsioni più rosee. E l'amico continuò coll'unico e sufficiente "pratico" di prima. Perché questo dissidio tra la coltura di terre e di menti? Il quesito fin dal 1857 tentava Cavour che dal Banco del Governo diceva: penso sia cosa utilissima moltiplicare le scuole teoriche più specialmente applicate all'agricoltura onde le classi agricole possano attingere quelle nozioni che valgono per poi illuminare la loro pratica. E nel 1918 il Wilson Ministro d'Agricoltura dichiarava che punto fondamentale del suo programma era aggiungere a tutte le scuole americane una classe d'agricoltura pratica.

    Da trent'anni l'allora Principe di Napoli promuoveva l'istituzione delle Scuole reggimentali d'agricoltura per i soldati contadini. Ettore Ciccotti scriveva due anni sono: "pei contadini è questione di elevazione ad una sfera superiore. Per ottener ciò se c'è da invocare l'interessamento dello Stato, c'è ancora più da invocare capitali e iniziative individuali che farebbero insieme una buona azione e un buon affare. Son questioni che come del moto si può dire che solvitur ambulando".

    Ed io appellandomi a osservazioni in loco da vent'anni e più arrischio altro rilievo che parmi causa prima del dissidio. I curatori, tutori e zelatori degli agricoltori sono in maggioranza dotti nati e cresciuti in ambienti severi, abituati a studio in aule e laboratori chiusi per lo più. La maggior parte s'è fatto un carattere plasmato in tal genere di vita e suppone che il contadino debba tosto o tardi accettare e seguire i dettati dei suoi studi. Ma l'allievo in fieri vive in aperto orizzonte, per atavismo ha l'abito comunicativo coll'atmosfera della sua terra ed un istintivo riserbo verso i "signori". Ascolta ossequioso i consigli, che gli scivolan via dall'altro orecchio, se non incredulo sempre, certo irriducibile diffidente.

    Ricordo il maestro Piovano d'un comunello del Monregalese, molt'anni sono. Fatto il corso estivo d'agraria presso il Comizio, tornato entusiasta in sede, invitò i contadini la domenica per la prima lezione pratica: dissodamento del terreno. Accorsero numerosi i nuovi e non più ragazzi alunni al margine del campo fissato e il maestro cominciò col ripetere i preliminari appresi e poi, afferrata la zappa s'accingeva alla dimostrazione pratica. Pinoto, il trentenne burlone, sbottò con sorriso malizioso negli occhi: ecco, signor maestro, lei colla zappa, io con questo – e strappò un grosso ramo dal gelso vicino – scommettiamo un litro a chi zapperà meglio! La risata dilagò, il maestro smontato rinunziava a proseguire il Corso. Commento degli agricoltori: voleva mostrare ai gatti arrampicarsi.





    Perché il contadino nostro è intelligente a esuberanza per assolvere le mansioni di lavoratore della Saturnia tellus. Durante la guerra egli in 24 ore si improvvisava abile piallatore, segatore, trapanatore ecc., lavori più semplici di quei complessi richiesti dall'industria agricola. Il moltiplicarsi dei mezzi per il suo prosperare accresce il corredo delle nozioni necessarie. Macchine per le principali manovre, l'opera è di meccanico; analisi di terre, concimi, antiparassitici, esperienza chimica; uso di termometro pei bachi, osservazioni metereologiche ecc., cognizioni di fisica. Programma di studio che non deve spaventare. Quando uno studioso dottore d'agraria propose di concimare con azoto il seme, trovata più comoda del concimare poi nel campo, gli agricoltori sorrisero. Per istinto essi sapevano che l’azione del fertilizzante s'esercitava durante il periodo di crescita nella campagna, non nel recipiente di laboratorio. Son parecchie tali mende cosicché un valente cultore pratico paternamente consiglia i colleghi novellini a non compromettersi con esperimenti in campagna.

    Ogni popolo come ogni uomo ha le sue abitudini naturali e acquisite: per riuscire bisogna basarsi su queste. Suolo e clima d'Italia foggiarono l'indole nostra aperta, il carattere atto all'esistenza nella luce, calore, colori peculiari al nostro Paese. Abbiamo frate Sole motore gratuito e massimo fecondatore; materia prima la terra (é dimostrato materialmente dalla teoria e parzialmente con decisive esperienze che in vaste zone del paese la produttività potrebbe essere quintuplicata aumentandone il valore di decine di miliardi. – Turati, C. S. I, Luglio 1919) in attesa d'esser fecondata, braccia capaci e abbondanti, il concime più necessario, l'acqua, ognor più in via d'esser domata a tale ufficio. Occorre si organizzi la scienza per le indagini geniali, l'arte soccorra coi suoi accorgimenti a dirigere l'applicazione di tali studi, il lavoro guidato da scienza e arte pratichi i suggerimenti e li eseguisca fidente. L'esecuzione. Qui è la soluzione di continuità. Consentono i principali intenditori in materia che il punto fermo su cui poggiare l’allacciamento sono le Cattedre ambulanti d'agricoltura. Quelle che malgrado mezzi insuccessi, vita stentata e manchevolezze, tuttavia offrono le migliori garanzie d'esito buono. Ad esse quindi incanalare i contributi di aiuto spirituale, morale ed economico che oggi con promettente simpatia si offrono da ogni parte. Credo non sia solo a quella del più antico Comizio agrario – a Mondovì, magnifica eccezione di lavoro alacre e sagace – che da anni i contadini son usi a ricorrere nel giorno di mercato per informazioni, consigli e suggerimenti. Esempio confortante l'armonia fiduciosa degli umili lavoratori a contatto dei dirigenti con cui scambiano osservazioni, dibattono quesiti, assorbono le nozioni dopo fatti convinti e a loro volta forniscono indicazioni sui nomi volgari di botanica agraria, su fenomeni che san percepire ed esperienze osservate con intelligente metodo. Sorprese insospettate e gradevoli a chi teneva troppo bassa la stima di quei lavoratori.

    In tali istituzioni puossi quindi ritenere siasi iniziato un affiatamento, una probabile resa che attenui il distacco tra signore e paesano. Nei Comizi di avanguardia dovrebbersi impiantare le prime classi per futuri maestri agricoltori. Là dovrebbersi istituire le Casagrarie, i poderi-scuola in cui si applichino le culture governando in modo che la dimostrazione riuscisse integrale anche dal lato economico evitando la contraddizione della premessa che il reddito non sia accresciuto grazie la perfezionata lavorazione.





    Il primato di Torino – senza analfabeti – è pure vanto di Festiona, borgata alpestre di Demonte (Cuneo). Là dove nacque, moriva è poco tempo Pietro Magnetto: figlio di contadini, contadino, boscaiolo, carbonaio, pastore fino ai trent'anni. Aveva moglie e figli quando cedette all'istinto, "gli venne la voglia" di farsi maestro. Pur seguitando il suo lavoro, all'epoca dei corsi faceva "la gambata" sino a Saluzzo carico di munizioni da bocca pel tempo di permanenza a quella Scuola normale. Ottenne il diploma e fu nominato maestro a Festiona stessa. Là ebbe pure la carica di procaccia; meccanico improvvisato acquistò a rate una trebbiatrice e alla mietitura percorreva valle Stura trebbiando grano e segala dei convalligiani. Sorpreso una volta dall'Istruttore fu minacciato di licenziamento per lesa dignità magistrale. L'anno dopo, recidivo, fu visto dal R. Provveditore che lo salutò cordialmente: bravo, Magnetto, occupa bene le vacanze! Gli strinse la mano. Così fu maestro benamato che dotò i suoi allievi di nozioni pratiche davvero pel sito (frutta, pascoli, latticini) e contribuì alla prosperità della vallata poco doviziosa di risorse, a 800 e mille metri. So d'altri insegnanti in circondario di Mondovì che fanno apostolato d'agricoltura. Una maestra animosa ripete la gesta integrandola con speciale scuola d'economia domestica; disapprovata dall'ispettore, non disarmò, e il Direttore Didattico diede la sua approvazione con encomio. Non è detto che manchino simili esempi altrove. L'attaccamento alla terra è diffuso quasi qual senso mistico: si manifesta con segni costanti. –Né fa meraviglia; se l'artista ama il suo strumento, il meccanico la sua macchina e fin il ciclista la birota, che non sarà del contadino pel quale la terra, il suolo, vive e risponde alla sua fatica col dono dei raccolti cominciando dal pane per la sua famiglia – e anche per noi.

    Sembra quindi non insanabile il dissenso tra "letterati" e non. Però non è a illudersi che uomo fatto il contadino possa convertirsi. E' logico volgersi al ragazzo dal cervello in formazione, colla mente atta a percepire le "novità" dell'insegnamento. Si muova incontro a questa recluta settenne colla scuola rurale retta da maestro spoglio d’abiti e modi che dan soggezione provocando invincibile diffidenza. Diasi l'insegnante conterraneo che lavora la terra assieme coi suoi scolari formando con essi un'appendice della famiglia. Parlerà al caso in dialetto colla voce e il tono ben noti, persuadendo perché sente e ciò che esprime è sentito ed è capito nello stesso spirito accompagnato da pari animo.

    Abolita la diversità di casta, cesserà la diffidenza. Risultato: cordiale intesa che spiana la via all'esecuzione dei dettati atti a trasformare la agricoltura arretrata in agronomia. Sarà "il carro dietro i buoi".

    Le Cattedre ambulanti cesseranno la parte di lavoro di Sisifo; inserendo le risultanti delle esperienze fatte, le simpatie acquisite nell'orbita loro s'avrà l’innesto vivente e curato onde perduri prosperando così da permettere la compagine dei lavoratori dei campi. Nascerà il vivaio – o seminario – dei futuri maestri reclutati fra i più promettenti scolari della quarta e quinta a scelta dell'Ispettore e del Cattedratico. Sarà esaudito in tal modo il voto della Commissione speciale per la Scuola dei contadini testé emesso; "il maestro chiamato ad insegnarvi sia preparato alla sua funzione, conosca perfettamente l'ambiente nel quale esercita la sua alta missione d'incivilimento e possa essere pago della sua posizione sociale ed economica".

    Non solo; ma i maestri cresciuti nella Casagraria, durante gli anni necessari a formarli idonei istruttori dei conterranei saranno il braccio destro del Cattedratico per eseguire le istruzioni tempestive che egli darà nelle varie fasi della annata agraria. Come i medici condotti recano nei villaggi l'applicazione dell'appreso nelle cliniche per l'assistenza ai malati, i maestri diffonderanno le istruzioni per la difesa delle piante dalle insidie multiple dei parassiti; vigileranno sulle germinalità delle sementi selezionate, sul controllo dei concimi, su minaccie di morbo al bestiame, ecc. Saranno consiglieri ascoltati in bachicoltura, apicoltura, avicoltura. Apriranno la via a sfruttare i doni trascurati delle piante di medicinali e da industria, esploreranno eventuali risorse idriche e minerali. Collaboreranno alle osservazioni metereologiche per la carta in preparazione per le previsioni così provvide anche in agricoltura.

    Abbelliran la vita agreste promovendo l'ingentilimento dell'abitato che ingentilisce il costume. Realizzinsi i progetti di dotazione di palestre e queste abbiano nel maestro l'animatore che educhi con amore e infonda allegrezze negli animi coi giochi, cogli eserciti, coi cori e le rappresentazioni teatrali e cinematografiche mescendo l'utile al dolce. In qualche comune modesto e sperduto sonvi già insegnanti avveduti che si ingegnano coi pochi mezzi di fortuna a formare compagnie di dilettanti, organizzare feste, conferenze e riunioni che occupano e rallegrano lo spirito. Questo risulta ancora il miglior antidoto per combattere l'urbanesimo. Sono i maestri agricoltori che sono chiamati a dar vita e gioia nella campagna. Non difettino biblioteche adatte, le serre e i vivai ed i modesti laboratori in cui possano esplicare con agio la multiforme loro attività. Ripagheranno colla aumentata produzione del suolo a beneficio di tutti.

CAMILLO FERRUA.